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"La Vergine Annunciata" al Museo Regionale di Messina

venerdì 4 settembre 2009

Come i tanti figli di questa terra che nel periodo estivo ritornano ai luoghi natii e ai cari affetti, anche la "Vergine Annunciata" è ospite al Museo Regionale di Messina vicino al torrente Annunziata. Qui il celeberrimo Antonello, nel 1473, concepì quest’opera, forse ispirato dalla bellezza e dai religiosi sentimenti della santa Smeralda Eustochia Calafato, sua coetanea. Ipotesi recenti datano la realizzazione al 1475 in territorio veneto ove antichi documenti descrivono un dipinto simile o successivamente nel 1476 al suo rientro in Sicilia. Uno studio accurato rivela che nel dipingere, l’artista non ebbe ripensamenti. Il tratto è nitido e sicuro, quasi un soffio di colore, per immortalare lo stupore infantile e la totale accettazione della volontà divina da parte di questa giovane donna, ferma nel sottolineare la sua castità. Maria ha in sè il prodigio della Rivelazione. Gli occhi chini e dolcissimi sono assorti nel grande mistero dell’Immacolata concezione. Ella esprime in modo suggestivo sentimenti di candore, pudicizia, intima vergogna e partecipazione emotiva, pur nel controllo dei gesti e dell’espressione: il dolce sorriso, appena appena abbozzato, rivela un profondo e mistico senso di umanità e purezza.
La Vergine, sintesi di spazio, forma, luce e colore è essenziale nella sua semplicità.
La figura non frontale è in asse con lo spigolo del leggio di legno (su cui poggia un libro dalle pagine sollevate) che in un’ardita prospettiva s’incunea nello spazio dell’osservatore quasi come un baluardo simbolico eretto per proteggerla. Il motivo del libro diposto sulla balaustra, come una natura morta, era noto ad Antonello attraverso la pittura dei Paesi Bassi, ed è rilevante che Maria appaia relazionata ad un libro proprio negli anni in cui andava diffondendosi la stampa. Le pagine si sono mosse al passaggio del Messaggero e in un certo senso si è fissata la parola tramandata. Quasi a dare un ulteriore indizio che riconduca alla Santa Eustochia, questo libro sembra essere il codicetto della regola francescana, ancora oggi custodito nel Monastero di Montevergine a Messina.
La mano protesa della Vergine è un elemento prospettico che misura lo spazio, attraversandolo fino a rendere l’effetto della tridimensionalità, ma,nel medesimo tempo, è un gesto imperioso che ci impedisce di avvicinarci.
La Vergine Annunciata, completamente ammantata da un velo blu cobalto che si staglia contro un fondo scurissimo, mostra il suo volto luminoso, perfettamente ovale e dolce di donna del Sud, dallo spiraglio a goccia allungata generato dai due lembi del manto, accostati dalla mano sinistra con un delicato gesto di pudore. S’intravedeno sotto l’azzuro velo ed intorno alla mano protesa i margini e la manica dell’abitodi colore marrone scuro, ancora indizio per un probabile saio francescano.
Il fascino di quest’opera è dovuto soprattutto al contrasto fra lo sfondo scuro e il manto di un azzurro luminoso e al gioco di luci ed ombre che modella il viso e le mani.
L’Annunciata si presenta ai nostri occhi sola e avvolta da un silenzio buio e palpitante ma la sorgente di luce molto chiara del volto svela il passaggio dell’Angelo annunciante e, illuminando esclusivamente il soggetto, accentua l’intimità del momento.

L’opera si trova esposta fino al 22 settembre al

Museo Regionale di Messina
Viale della Libertà, 465
tel .090 361292/ 93 fax 090 361294
email:[email protected]
orari feriali: ore 9,00 - 13,00 15,00 - 18,00
domenica e festivi : ore 9,00- 12,30
mercoledi chiuso

all’uscita del museo si consiglia di proseguire la visita a piedi: girando a sinistra lungo il perimetro esterno per ammirare attraverso le inferriate una gran quantità di capitelli, colonne, fontane, basamenti e reperti marmorei di gran pregio disposti nella collina museale in attesa della prossima apertura a pubblico. Ci si ritrova così ad aver percorso il primo tratto della salita del viale Annunziata. Continuando verso l’alto, dopo circa 20 minuti sarete in prossimità della Parrocchia Maria SS. Annunziata e della casa natale della Santa Eustochia, oggi adibita a cappella e costantemente aperta al pubblico.

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