Ganzirri, il Peloro e lo Stretto di Messina
Il sito della riviera Nord di Messina, da Paradiso a Rodia

Ganzirri, Torre Faro, Capo Peloro: splendide località turistiche situate nella cuspide nord-orientale della Sicilia, dove sembra lentamente riemergere dalle acque la lunga catena appenninica. E’ un luogo di grande fascino, sempre immerso in una straordinaria luce. Confusa fra terra e acque, con i singolari laghetti di Ganzirri, la sua estremità individua la linea di demarcazione fra Tirreno e Ionio, vicinissima alla costa calabra e caratterizzata dall’alto metallico traliccio, entrato a far parte del paesaggio. Due litorali ne definiscono i margini, il primo sulle rive dello Stretto dove si allunga l’abitato di Messina, l’altro, a nord, presenta le spiagge più densamente popolate d’estate. Sui colli, vecchi casali conservano talvolta inimmaginati tesori d’arte.

La fauna del lago di Ganzirri
Articolo pubblicato online il 4 agosto 2007
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Quali animali vivono nel lago?

Caratteristici abitanti del lago sono i cefali, oltre ai famosi mitili (cozze, vongole, fasolari, ostriche, bocconi) che vi sono coltivati.

Inoltre diverse specie di pesci sono entrati nel lago con l’apertura dei canali di comunicazione con il mare: l’anguilla, il branzino, il nono, l’acciuga, la seppia, la spigola, la biada, il sarago, l’orata...

Nelle giornate più rigide, il lago sembra privo di animali in movimento poiché questi raggiungono le acque profonde o se ne stanno intanati, oppure saltano presso i canali. Tra i canneti sulle rive del lago non è difficile sentire il gracidare del discoglosso, un raniforme; o vedere il rapido passaggio di qualche topolino.

Parecchi sono i gabbiani che sostano sul lago e molti altri uccelli si fermano sui paletti, immersi nell’acqua, per riposarsi durante le loro migrazioni: aironi, cormorani, martin pescatori cicogne...

Quasi ogni anno si verificano morie di organismi animali più o meno gravi per cause varie: branzini, acciughe, saraghi, seppie, orate storditi si lasciano catturare facilmente con il guadino e con la fiocina. Non meno grave è la perdita di bivalvi. Le cause del fenomeno sono dovute, molto probabilmente, alla presenza di idrogeno solforato e specialmente alle "torbide" di color marroncino-rossastro che si verificano in coincidenza dei temporali e con esse improvvise variazioni di salinità, del Ph e della temperatura.

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