Ganzirri, Torre Faro, Capo Peloro: splendide località turistiche situate nella cuspide nord-orientale della Sicilia, dove sembra lentamente riemergere dalle acque la lunga catena appenninica. E’ un luogo di grande fascino, sempre immerso in una straordinaria luce. Confusa fra terra e acque, con i singolari laghetti di Ganzirri, la sua estremità individua la linea di demarcazione fra Tirreno e Ionio, vicinissima alla costa calabra e caratterizzata dall’alto metallico traliccio, entrato a far parte del paesaggio. Due litorali ne definiscono i margini, il primo sulle rive dello Stretto dove si allunga l’abitato di Messina, l’altro, a nord, presenta le spiagge più densamente popolate d’estate. Sui colli, vecchi casali conservano talvolta inimmaginati tesori d’arte.
A chi percorre il lungomare che attraversa l’abitato di Ganzirri, parallelo alla costa, appare improvvisamente e massiccia a sbarrare la strada, quasi a difenderla dalla moderna invasione di quelle strane «scatole di latta» che camminano senza essere tirate dai cavalli, sconosciute ai suoi tempi: è la torre «Cariddi», a pianta circolare con due ampi ambienti sovrapposti.
L’intonaco caduto scopre la struttura muraria, composta da pietrame squadrato e regolarizzato con listature in laterizio, tenacemente cementato con malta.
Materiali e tipologia costruttiva che testimoniano l’antichità della costruzione, forse medievale e preesistente al progetto di rafforzamento cinquecentesco del Camiliani.
Francesco Maria Emanuele e Gaetani Marchese di Villabianca, nel suo manoscritto compilato nel ’700 ed intitolato «Delle torri di avviso, che d’ogni intorno i littorali circondano della Sicilia in difesa, e guardia di essa da legni nemici e da mori corsari sopra tutto della vicina Africa», ci ha lasciato di essa questa testimonianza: «Torre che sta sotto il Casale del Faro di Messina, a cui die il nome il possessore di casa Cariddi... È molto antica, e presso vi si vede la chiesa addimandata S. Caterina».