Ganzirri, il Peloro e lo Stretto di Messina
Il sito della riviera Nord di Messina, da Paradiso a Rodia

Ganzirri, Torre Faro, Capo Peloro: splendide località turistiche situate nella cuspide nord-orientale della Sicilia, dove sembra lentamente riemergere dalle acque la lunga catena appenninica. E’ un luogo di grande fascino, sempre immerso in una straordinaria luce. Confusa fra terra e acque, con i singolari laghetti di Ganzirri, la sua estremità individua la linea di demarcazione fra Tirreno e Ionio, vicinissima alla costa calabra e caratterizzata dall’alto metallico traliccio, entrato a far parte del paesaggio. Due litorali ne definiscono i margini, il primo sulle rive dello Stretto dove si allunga l’abitato di Messina, l’altro, a nord, presenta le spiagge più densamente popolate d’estate. Sui colli, vecchi casali conservano talvolta inimmaginati tesori d’arte.

Un pellicano a Ganzirri
Articolo pubblicato online il 19 dicembre 2008
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E’ incredibile come possano accadere
certe cose e segnartele tra le più belle esperienze! E’ sabato, una
mattina ventosa dopo due giorni di tempesta di acqua e di vento, sul
lungolago poche persone e poche auto, tutti frastornati dal maltempo.
Girando con l’auto dopo aver svolto qualche commissione, noto una
coppia di conoscenti con il telefonino a prendere foto nei pressi del
ponticello tra Ganzirri e Margi, proprio quello in ristrutturazione. Un
elegante signore armato di telefonino, tra una telefonata e l’altra
scattava foto. Incuriosito, mi fermo e scendo a vedere l’oggetto di
tanto interesse. Un enorme uccello, dal becco considerevole, era ritto
sullo sfondo tra detriti e sabbia da costruzone. "Non è possibile", mi
sono detto, un pellicano a Ganzirri un evento da immortalare e anch’io,
col telefonino, a scattare foto che purtroppo non sono venute bene. Il
signore elegante telefona ai carabinieri , perchè l’animale per essere
atterrato qui deve avere qualche problema. I carbinieri nicchiano, si
passa a i vigili urbani, ma anche questi non si rendono conto
dell’importanza del nostro ospite, invitano quel signore a mettere in
uno scatolo l’animale e portarlo in centrale. Ci guardiamo stupefatti.
Il pellicano è un uccello che a collo allungato, raggiunge 1, 70 m. e
il suo becco è qualcosa come circa 40 cm. e dubitiamo che, se fosse
possibile, riusciremmo a catturarlo, quel lungo becco fa una certa
impressione.

Nel frattempo il pellicano ci osserva e muove
qualche passo con la sua cadenza dondolante verso di noi, muove
leggermente le ali aprendole appena, ha un aspetto maestoso, che
spettacolo!

Mi danno per avere un telefonino e non una macchina
fotografica e riprendere questo magnifico animale. Ci viene incontro , è
vicinissimo quasi da poterlo toccare è alto e grosso. Noto con
dispiacere che ha l’ala destra proprio sulla punta un po’ offesa, avrà
sbattuto contro un cavo nella notte ferendosi. L’uccello ci guarda con
i suoi occhietti, non ha paura, si fida di noi che lo fotografiamo come
una star. Dondolando si porta sulla rampa che va sulla strada del lungo
lago e noi a scortarlo per paura che qualche auto possa investirlo.
Naturalmente alla nostra processione si uniscono altre persone che,
vedendo il gigantesco pellicano, lasciano le auto e si uniscono alla
scorta armati di telefonino e giù a scattare foto ricordo per
l’insolito evento.

Lo scortiamo e lo proteggiamo, ormai siamo
tanti, tutti sappiamo che il pellicano cerca il lago e le sue più
sicure acque, ma il muro di lantana non gli permette una breve
passeggiata fino a quando una breccia nella sterpaglia lo agita.
Abbassa il lungo collo per passare oltre il guardarail e raggiunge la
sponda del lago che finalmente lo accoglie.

Lo scortiamo e lo proteggiamo, ormai siamo tanti, tutti sappiamo che il pellicano cerca il lago e le sue più sicure acque, ma il muro di lantana non gli permette una breve passeggiata fino a quando una breccia nella
sterpaglia lo agita. Abbassa il lungo collo per passare oltre il
guardarail e raggiunge la sponda del lago che finalmente lo accoglie.

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